lunedì 14 giugno 2010

Due donne intorno al cor mi son venute

L'illuminazione, come al solito, è tenue. In sottofondo, le volute di fumo; tre sono le sedie, su una, disposta tra altre due, ci sono io, accoccolato con la caviglia sotto il ginocchio, e il gomito poggiato sul braccio dello schienale. Le altre due sedie sono occupate l'una da una flessuosa creatura bionda dall'accento straniero, l'altra da una donna che pare una sirena, occhi azzurri e liscia la fronte. Entrambe fumano, e discorriamo insieme dei mali d'amore. Ci versiamo del vino per rendere meno amara la conversazione: scappa qualche risata, ma poi si torna ad esser seri. La creatura flessuosa manda giù un sorso, dice "solo un po' d'amore, io non ho bisogno di niente": lei è quella emancipata ed indipendente, quella che crede fermamente nei suoi ideali, nei suoi obbiettivi. L'ha detto però in un modo così viscerale da infiammare anche me. Ed ho riconosciuto che, in effetti, "un po' d'amore" serve proprio a tutti. La sirena, invece, è più triste e dimessa nell'ascolto: ha toccato il cielo ed è precipitata nel vuoto nel giro di poche ore. Lei, che si chiede come mai gli uomini di oggi "non sono più gli stessi di prima", come mai siano vili e si tirino indietro davanti alla difficoltà. E di quanto invece lei fosse pronta ad assumersi anche lo scherno dei colleghi. Io ascolto, e per un momento mi sono chiesto anche io cosa pensavo degli uomini. Di quelli che gravitano intorno alla mia vita.
Ci sto ancora pensando.
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