Nox Nebulosa et Mediaevalia

E in fondo all'ultimo banco di fittissima foschia, proprio oltre il Parco, non c'è più il grande ago che contraddistingue piazzale Cadorna, e via Dante, piazza Cordusio, piazza dei Mercanti, non sono più lì, non è una notte d'inverno del 2009, ma un'afosa mattina inoltrata di maggio, o forse di giugno, del 1276 in una Arras in tumulto per celebrare la Vergine, tra commercianti di finissimi arazzi che caricano le merci da esporre alla Foire de Champagne. Passando per vicoli sterrati e viuzze lastricate, gli stuoli di donne della Waranche, rumorose e civettuole, come ogni mattina intonano un canto popolare mentre si apprestano alla tintura dei panni; in testa a tutte c'è Alice dal Dragone, che parla per quattro e zitta non sa stare; alla finestra della sua casetta, Mastro Enrico chiama a sé il medico della città per sincerarsi di non aver la gotta. "La malattia vostra si chiama avarizia, signore!", Egidio e Nanni se la ridono di gusto a sentir borbottare il vecchio spilorcio. E' passato appena mezzodì, ma la sguaiata Dama Dolce ancora non rientra dal bosco: si dice ch'abbia una volta incontrato il Diavolo e con lui si sia accoppiata senza pudore, e da allora, tutte le notti, non può fare a meno di recarsi alla Croce del Prato assieme ad altre donne di malaffare per qualche diabolico consesso. Oggi nessuno più parla con Dama Dolce, tranne la bella Maria, o Marote, o Maroie: comunque voi la chiamiate, lei si volterà di certo e col suo sorriso di perla tra le labbra scarlatte vi farà una umile riverenza. Non v'è più bella creatura in tutto l'Artois, si dice, e nemmeno in Fiandra; ha ben ragione quel briccone di Richieri a dannarsi l'anima per non averle chiesto la mano tre anni or sono, e adesso si dispera al pensiero della sua moglie bisbetica e credulona. La verità fu che, in un fresco giorno di settembre, mentre le foglie d'autunno le contendevano il vermiglio delle gote e la grazia del passo di Maroie, essa andò in sposa ad Adam, abile poeta, amante impareggiabile, cantore dell'amor cortese. Quel giorno gli occhi suoi brillavano al tiepido raggio del sole. Eppure oggi Adam se ne sta solo, con intorno alle spalle il mantello di chi studia e l'abito di chi tutto il dì prega e ricopia chino allo scrittoio. Sogna Parigi, lo sventurato, come l'uccello sogna di ricongiungersi allo stormo che vola verso il Sud. Oggi egli rinnega la poesia, gli amici suoi e la donna che più non lo avvince. Guarda lontano verso la sua meta, al che tutti coloro che più l'amano gli si fanno dappresso, pieni di dubbio e curiosità... Sicché Adam s'alza ritto in piedi, si volta e il manto gli fa un'onda attorno al corpo mentre esclama: "Signori, sapete perché mi son cambiato d'abito?".
Ma il resto della storia non si può rivelare. Dirò solo che tra poco raggiungeranno la cricca il vecchio monaco vagante devoto a sant'Acario, del quale reca le reliquie in una cassetta, e il pazzo spergiuro della città col suo povero padre spazientito.
Io sono ormai arrivato al portone della mia casa, che è di nuovo a Milano, di nuovo in questa fredda notte di gennaio; infilo la chiave nella toppa e ripongo la bici al suo solito posticino nel sottoscala, e il seguito della tesi lo scriverò domani.
13 Commenti:
sei sempre più bravo! davvero!
sei tu forse il novello adam, poeta cantore dell'amor cortese (o meglio della bruma milanese)?
complimenti e un abbraccio, a presto
albatro
albatro: poeta io? Stavolta l'hai sparata veramente grossa... lasciamo che la poesia la faccia chi di dovere. Io mi limito a raccontare di me. Comunque i complimenti son sempre graditi. Innegabile! Un abbraccio a te e grazie!
E su che cosa è la tesi? Sembra molto interessante!!! E di sicuro lo è! :)
Comunque, non so tu, ma io adoro Milano anche con la nebbia... *___*
Baci ^_^
La nebbia rivela molte più cose di quante ne nasconda.
Bravissimo.
Eppure non è facile vedere attraverso la nebbia... ;-)
Confesso che il 2009 è iniziato con moltissima nebbia nel cervello, tanto che si fa fatica a capire chi sia messo peggio tra me e mio padre; però non voglio rattristarti.
Invece preferisco assaggiare un po' di questa tua Milano nebbiosa e uggiosa, che tanto assomiglia alla Londra di certi miei ricordi in questi giorni, come se la vita mi stesse mandando dei segnali e le sensazioni si rincorressero a cavallo del tempo.
A me Milano piace, a prescindere dal fatto che ci sono nato; e leggerla così, come l'hai descritta tu, mi fa sorridere compiaciuto. Anche se non so perché. o.O
Un abbraccio annebbiato :-)
enry: la tesi verte sull'analisi della satira dei cittadini di Arras (una città nel Nord della Francia) nell'opera teatrale che si chiama "Jeu de la Feuillée", risalente al 1276, prima pièce di carattere profano ad opera del troviere Adam de la Halle :)
Ps: Milano piace anche a me quando è nebbiosa... ha un fascino tutto suo!
Baci
arte: prima però bisogna attraversarla :) un bacio
alberto: la storia di ogni città ha sempre qualcosa di comune, e quella cosa penso che sia la sua identità in rapporto ai suoi tempi primordiali. Solo così è possibile ravvisarne il vero spirito, la vera essenza, il motore che oggi l'ha resa così com'è. Questo vale per Milano, e vale anche per Arras.
Un abbraccio cittadino
(e ricordati di svagarti un po', quando ti riesce!)
Milano... che splendida città. Ci sono stato solo mezza giornata, ma non è bastata nemmeno ad intravedere la superficie. C'è da dire che non sapevo che i milanesi fossero persone così interessanti (complimento indiretto sul blog), si scopre sempre qualcosa andando su internet ;).
tornerò presto a leggere...il tempo va troppo veloce ultimamente..! a prestooooooo! D.
markodeejay: e chi ti ha detto che io sono milanese? Sono semplicemente stato adottato... una specie di asilo politico e di esilio volontario. In ogni caso Milano è più accogliente di quanto non si voglia far credere. A presto :)
demian: condividiamo lo stesso dramma, amico mio, ma un giorno le lancette riprenderanno a muoversi in maniera più tranquilla :) un abbraccio
l'ho letto "le jeu de la feuillée"!nn sono l'unico allora!:-D
perso già di suo: benvenuto da queste parti! Ebbene sì: non sei l'unico... e il Jeu è l'argomento della mia tesi di laurea :)
grazie! complimenti, non deve essere un lavoro semplice e sicuramente non è un testo scontato!
perso già di suo: già, niente affatto scontato, anzi, direi innovativo e perfino originale nel suo genere, anche se se ne dicono moltissime sul suo conto. E' sempre bello comunque vedere qualcuno che conosce quest'opera :)
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