giovedì 3 settembre 2009

En mort de l'été

Cullato da amniotiche onde, a guardare l'affiorare della sera, sopracciglia aggrottate, orizzonte falsato dal mare in movimento; torcendo la barba troppo lunga con le dita nervose, e poi giocherellando con l'anello al dito medio: ora si sfila, ora s'infila, ora rotea sul palmo della mano destra, poi stretto nel pugno per saggiarne l'effettiva argentea durezza. Un brivido scuote il mio corpo: c'è la brezza.
Stagione di intese mancate, e l'autocontrollo se ne va per la tangente. Balzano in mente ricordi di note acute e prolungate, e di percussioni che scuotono nottate in tono maggiore; smargiassi, forse un po' villani per quel modo di fare e di dire triviale che facilmente s'individua nella grossolana attitudine d'un bifolco alle espressioni colorite del linguaggio.
Momenti in cui ho seriamente pensato che le esperienze negative si trasmettano come la più infettiva delle malattie. E così diventa consuetudine il condividerne la sofferenza che ne sgorga. Domande insistite, risposte tormentate: perché non riusciamo a capire cosa gli altri veramente vogliono, veramente pensano. Nel mentre, innumerevoli tazzine di caffè si accalcano su un tavolino sullo stabilimento balneare, e altrettanti mozziconi campeggiano a testa in giù in un sottovaso riempito di sabbia. Sembrano struzzi. Sembriamo noi che sentiamo ma non vorremmo ascoltare.
Notti di papi, papesse e confessioni, notti di tarocchi e di appesi; notti di danze presso spiagge siracusane e di completa inconsapevolezza alcolica; notti inattese con qualcuno di speciale che, ormai, nemmeno ci credevi più che fosse possibile; notti uniche, ma anche ultime, prima di qualche arrivederci che sembrerà non passare mai. Un pino marittimo come unico compagno e amico fidato, a custodire le nostre parole preziose come perle selvatiche, e tu, amica che te ne vai, ma in fondo resti, e come mi mancherai, mia piccola amica, nelle notti come questa in cui sei l'unica che ancora mi invia sms sul cellulare.
Ricominciare, ricostruire, cambiare, impacchettare, trasportare. Ancora un mese qui, poi andrò via. Un nuovo ciclo, qualche incertezza, infiniti quesiti. Suonano i Portishead. Gorgoglia il mio stomaco, e niente nella dispensa.
Un dubbio immenso.
Ciò che resta di un'estate che ho visto morire, in spiaggia, al suono sordo di una pallina. Impattava una racchetta di legno.
Tloc.

11 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

...bentornato! :*

3 settembre 2009 alle ore 14:59:00 GMT+2  
Blogger Adynaton86 ha detto...

anonimo: ricambierei questo bacio, se sapessi chi sei... lo stesso dello scorso post, anche?

3 settembre 2009 alle ore 16:58:00 GMT+2  
Anonymous Anonimo ha detto...

sempre io...e ammetto che mi sei mancato un bel po'!

3 settembre 2009 alle ore 18:58:00 GMT+2  
Blogger Adynaton86 ha detto...

anonimo: allora non sei solo decisamente troppo misterioso... ma anche recidivo!

3 settembre 2009 alle ore 19:27:00 GMT+2  
Anonymous artemisia ha detto...

Ehhhh....

;)

9 settembre 2009 alle ore 22:29:00 GMT+2  
Blogger Adynaton86 ha detto...

artemisia: mahhhh....
:)

10 settembre 2009 alle ore 01:56:00 GMT+2  
Anonymous Anonimo ha detto...

Che ansia i "ricominciare"! Però sono sempre molto emozionanti, almeno per quel che mi riguarda ;)

Kiss.

10 settembre 2009 alle ore 13:49:00 GMT+2  
Blogger Adynaton86 ha detto...

bimbosottaceto: emozionanti? In questo momento direi invece piuttosto stressanti... ma in fondo anche lo stress è un'emozione...

11 settembre 2009 alle ore 18:12:00 GMT+2  
Blogger Neo ha detto...

Tra i ritrovati ci sono anch'io eh? Non creder sia così semplice liberarsi di me...
Come stai? Io.. che dire, alla grandissima! A volte sembra non sia successo niente.. a volte si, ma la vita è vita e non ho nessuna intenzione di darle meno spazio di quello che merita.. cioè tutto!!
Ora ti saluto, istanbul è ufficialmene riaperta, non so per quanto ma.. non ci perdiamo ok?
Ti abbraccio forte
ire

16 settembre 2009 alle ore 00:45:00 GMT+2  
Anonymous Anonimo ha detto...

bella la sensazione dei pensieri che si alternano, si scompongono, diversi e uguali come onde. prima mia lettura.un saluto (A.)

18 settembre 2009 alle ore 16:00:00 GMT+2  
Blogger Adynaton86 ha detto...

istanbul: ritrovare te è sempre un piacere, e sono ancor più contento che tu stia benone, come si evince dalle tue parole! Un abbraccio grande e... sì, non ci perdiamo! :) un abbraccio

anonimo A.: ti dò il benvenuto e spero di ritrovarti nuovamente. Come le onde che vanno, e poi tornano. A presto :)

18 settembre 2009 alle ore 16:27:00 GMT+2  

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