lunedì 4 dicembre 2006

Sbadigliare Pallido e Assorto

Continuo a sbadigliare imperterrito, ancora mezzo insonnolito per le scarse ore di sonno concessemi questa notte. Un turbinio di vino rosso e bianco e foglie di marijuana, pietanze succulente, una torta istantanea, pochi amici e lunghe, interminabili, estenuanti risate: questo il sunto della serata di ieri, finché non siamo rimasti soli, io e Te, dapprima abbracciati sul divano del tuo salotto, poi avvinghiati, stretti in un abbraccio sopra e sotto le coperte del tuo letto a una piazza e mezzo.
E' stato tutto così strano, e non te l'ho nascosto; strano ritrovarci lì da soli, in casa tua, nella tua stanza, io che guardo i tuoi mobili, gli oggetti che ti appartengono. Comincio ad entrare nel tuo mondo con passo felpato, per scoprire le tue abitudini, la tua quotidianità. Ho osservato con occhio chirurgico qualsiasi particolare del posto in cui vivi, le mura della casa, la tua stanza tenuta impeccabilmente, il bagno perfettamente in ordine, così in ordine che non riuscivo a trovare il dentifricio: io, abituato invece al caos della mia casa di studente, alle coperte sottosopra e all'entropia che si scatena sul pavimento della mia camera. Ti ho guardato fare colazione, mentre bevi pian piano il caffé bollente dalla tazzina, il succo di frutta tropicale, ti ho osservato mentre mangiavi la tua crostatina con meticolosa attenzione, per non far cadere le briciole sul tavolo della cucina. Ti ho visto sfrecciare per il corridoio con solo l'asciugamano attorno alla vita e i capelli ancora fradici dalla doccia appena fatta. E poi, vestito di tutto punto, fumare una sigaretta in attesa del treno, sotto la pensilina della piccola stazione ferroviaria.
Tutto mi è parso così incredibilmente bello. Tutto talmente speciale. Ed io che fino alla scorsa settimana non ero che una briciola delle tue cento conoscenze, e così tu per me, sì, se mi avessero chiesto di te avrei detto: mah, un amico, ci si vede ogni tanto. Eppure, anche se non sono trascorse neppure due ore, mi sale sempre più la voglia di scrutare i tuoi occhi di acquamarina, come stanotte, mentre accarezzavo il tuo corpo caldo ed alitavo sul tuo collo, e con i miei piedi scaldavo le tue gambe infreddolite dal rigido inverno che si appresta a venire.
Tutto in una notte, tutto così improvvisamente, tutta questa voglia che ho ancora di Te.

3 Commenti:

Blogger Henry ha detto...

e' molto bello quello che scrivi, molto profondo. una gioia sottile ed intensa che fa venire un po' di invidi a chi ti legge.
ma e' invidia benevola! ciao.

5 dicembre 2006 alle ore 16:08:00 GMT+2  
Blogger lucia ha detto...

Caro Henry, un incontro così a chi non farebbe invidia?
MI sembra di vederli...
Ah, l'amour

5 dicembre 2006 alle ore 17:47:00 GMT+2  
Blogger Adynaton86 ha detto...

@Henry: grazie per la visita! In effetti, quando scrivo di ciò che smuove in me la gioia di vivere, cerco di renderla appetibile a chiunque ne legga.. :)
@lucia: amour? hmm..ai posteri l'ardua sentenza :)

11 dicembre 2006 alle ore 12:49:00 GMT+2  

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