mercoledì 31 gennaio 2007

Nonostante tutto

Se solo riuscissimo a liberarcene.
Maledette categorie, infelici incasellamenti. Prigioni che l'umanità si è creata da sé, senza alcuna imposizione o necessità. Cullandosi nella possibilità del dominio assoluto e finendo per rimanere schiacciata dalle sue stesse idee. Regolarità, scansione, percezione, individuazione.
Avrebbero mai immaginato gli uomini che, un giorno, il Tempo e lo Spazio li avrebbero sottomessi al loro volere?
Gli uomini, queste bestie che siamo.
Gli altri animali non si curano del Tempo che passa, né del volgere delle stagioni, o del loro rapporto con lo Spazio: essi vivono in conformità con la Natura, e la Natura è conforme a loro, in perfetta e costante reciprocità. Non vi è tentativo di ribellione degli uni verso l'altra. Non c'è conflitto, non c'è cruccio, non esiste inganno. Idilliaca fusione di spirito e materia, di linee e di forme.
E l'uomo?
Egli si manifesta in tutta la sua possenza nel tentativo di corrompere le stesse categorie che ha fondato fin dai suoi albori. Egli cerca di combattere la corsa furiosa ed incessante degli orologi, inventati per poter controllare il Tempo, ignaro del fatto che il Tempo stesso, manifestandosi con un nome, con un'idea, sovverte i ruoli e diviene padrone dell'uomo. Mai ci sarà un martello che possa distruggere il tormentoso ticchettìo delle lancette, le campane continueranno a scandire la giornata, gridando dalle loro torri d'avorio un instancabile "ora et labora". Poiché è ormai radicata in noi la coscienza che siamo governati dal Tempo, e che il Tempo tutto sgretola.
L'uomo ha conosciuto le distanze, le vicinanze, e ha chiamato Spazio ciò che lo separava da qualcosa. Una cosa qualsiasi: un luogo, un oggetto del desiderio, un sentimento. E delineando lo Spazio, ha fatto in modo che questi diventasse la ragione unica e sufficiente per impedire a se stesso di poter giungere in ogni luogo con semplicità, con i suoi passi. Ma il passo dello Spazio sembra essere sempre più grande delle nostre capacità; e il perverso destino comporta un'insaziabile desiderio di guadagnare sempre più terreno e di sfidare le nostre possibilità. Così, quando lo Spazio si distrae, perché noi lo distraiamo con la caparbietà che ci caratterizza in quanto umani, riusciamo a colmare il distacco da ciò che desideriamo raggiungere: e, non contenti di quanto abbiamo ottenuto, vogliamo osare, e azzardare un passo ulteriore verso tutto quello che non ci è dato di raggiungere. Perché, se fosse diversamente, l'avremmo a portata delle nostre mani e dei nostri piedi.
Sarebbe stato più semplice se non ci fossimo mai posti il problema del Tempo e dello Spazio. Oh, sì, molto più semplice. Non ci sarebbe stato bisogno di formulare il concetto di Velocità. Non avremmo mai ritenuto necessario andare sopra la Luna o volare incontro alle stelle più remote.
Non sarebbe stato importante sapere che il Sole scandisce le giornate in mattina, pomeriggio, sera, notte. Perché per noi non avrebbero avuto alcun significato.
C'è qualcosa di titanico che ci spinge alla volontà di guerreggiare contro il Tempo e lo Spazio. Una specie di desiderio più forte dell'ovvia prospettiva di distruzione: giacché qualsiasi cosa faremo, non resterà di noi che un cumulo di ceneri e un pugno di ricordi, forse tramandati ai posteri, o forse lasciati cadere nell'oblio. La Storia del Mondo ci insignisce come i più grandi collezionisti di sconfitte dell'Universo, gli uomini, poveri sciocchi che tentano di ribaltare le convenzioni che essi stessi hanno posto in essere. Eppure, restiamo in vita per non soggiacere al volere dell'immenso fiume di un ineluttabile destino.
Coraggiosa, eroica, solerte. Inconcludente, perdente, disarmata e disarmante, eppure sognatrice Umanità.

14 Commenti:

Blogger Laura ha detto...

E' vero, tutto quello che dici....

...siamo gli esseri più strani che esistano su questa terra, siamo gli unici che vorrebbero cambiare il mondo, fermare il tempo, attraversare lo spazio... raggiungere come dici tu l'impossibile... siamo gli unici che si distruggono a vicenda...perchè poi? per ambizione? fama?

31 gennaio 2007 alle ore 11:58:00 GMT+2  
Blogger Dottor K ha detto...

Il Tempo e lo Spazio non sono una nostra invenzione.
Non basta dare un nome alle cose per potersi fregiare del titolo di Creatori.
Anzi l'uomo in fondo non crea mai nulla ma si limita solo a catalogare ciò che c'è o a ciò che ha "assemblato".
E la Natura non ha davvero nulla di idilliaco. La Natura è dura,crudele e gronda si sangue.
La Natura è lotta estrema per la sopravvivenza.
E "gli altri animali" come li chiami tu sono in lotta continua col Tempo e le stagioni, con lo spazio e per lo spazio.
Non illudiamoci di essere così speciali.
Siamo tutti parte di questa lotta e l'unica cosa che veramente ci distingue è la nostra capacità di autodistruggerci.

31 gennaio 2007 alle ore 16:54:00 GMT+2  
Anonymous Anonimo ha detto...

son d'accordo col dottore quasi su tutto. quasi.

siamo speciali. e lo dici proprio tu perche': nonostante tutto siamo, e rimaniamo, dei sognatori. almeno alcuni di noi!

31 gennaio 2007 alle ore 19:03:00 GMT+2  
Blogger Adynaton86 ha detto...

@laura: sinceramente non so il perché... ma è troppo sensibile la voglia di sopraffare tutto. Io credo che, in fondo, tutti gli uomini abbiano bisogno di un senso di sicurezza. E se essere sicuri significa schiacciare e dominare tutto ciò di cui è partecipe, allora così sia...
@dottor k: penso che l'uomo sia l'unico a soffrire davvero sulla Terra e sia l'unico a rinfacciare alla Natura questa sofferenza. L'accusa di essere quello che è: selvaggia, insormontabile. Ma sarebbe come accusare l'uomo di essere uomo, rimproverargli gli atti di parola, il sorriso, la razionalità e il sentimento. Però le cose potrebbero cambiare, se solo l'uomo si slegasse dai suoi preconcetti; Spazio e Tempo sono entità ignote, egli si ostina a volerle riconoscere e così facendo storpia la sua esistenza con l'ansia di fare, di raggiungere, di spingersi oltre prima che sia troppo tardi... La natura dell'uomo non è cattiva. E' che si mostra così perché forse è quella che più soffre per le insicurezze che gli provocano le sue percezioni...
@henry: diciamo che, probabilmente, abbiamo avuto la fortuna di poterci comunicare tutto, ma proprio tutto. E i sogni (o utopie?) ci rendono propositivi e volenterosi. Certo che se dialogo e forza di volontà fossero alla base dei nostri rapporti, forse tutta l'umanità starebbe meglio. Molto meglio...

31 gennaio 2007 alle ore 20:20:00 GMT+2  
Blogger Padda ha detto...

Forse ciò che ci contraddistingue non è la capacità di autodistruggerci, come afferma dottor k, ma semplicemente la capacità. Di essere, di pensare. Di cercare di dominare la natura, piuttosto che accettarne i ritmi come fanno gli altri esseri viventi.
L'uomo è meraviglioso proprio perchè dotato di ragionamento. Ma il ragionamento, se da un lato rappresenta la sua forza, dall'altro ne è anche l'ineluttabile debolezza. Pensare permette di capire. E capire, spesso, porta alla sofferenza.

PS: Cmq complimenti davvero per il post, porta un messaggio estremamente profondo e molto filosofico. Ma soprattutto non è per nulla banale!

31 gennaio 2007 alle ore 23:52:00 GMT+2  
Blogger Adynaton86 ha detto...

@padda: il bello dell'opinione è proprio che ciascuno ha la sua. Anche la tua idea è molto affascinante e porta dentro di sè una grande verità: troppe volte la conoscenza conduce alla sofferenza. Ma è possibile rinunciare a sapere per non soffrire? Oppure forse siamo incatenati e costretti a dover sapere, e quindi in una certa misura al malessere?
Ti ringrazio dei complimenti. E sono contento che abbia stimolato anche in te una riflessione così profonda!

1 febbraio 2007 alle ore 00:27:00 GMT+2  
Blogger Dottor K ha detto...

Come sempre lo Spazio (!) e il Tempo (!!) sono insufficienti per elaborare per bene i concetti.
Non era certo mia intenzione sminuire l'importanza dell'Uomo ma piuttosto cercare di sottolineare il pericolo del sopravvalutarsi.
La nostra sofferenza diventa la Sofferenza e i nostri sogni diventano i Sogni.
Forse bisognerebbe proprio cominciare a darci un po' meno importanza, imparare un po' d'umiltà.
Mi spiace disilludervi ma siamo solo un battito di ciglia in quest'universo che ha già miliardi di anni.
Solo se prenderemo coscienza della nostra piccolezza diventeremo veramente grandi.
E smetteremo finalmente di parlarci addosso, di piagnucolare, di farci del male (autodistrggerci), di inveire contro tutto ciò che non riusciamo a controllare.
Spero che ora il mio pensiero sia un po' più chiaro.
E grazie per aver stimolato una discussione così interessante.

1 febbraio 2007 alle ore 10:07:00 GMT+2  
Blogger Adynaton86 ha detto...

@dottor k: indubbiamente siamo briciole di briciole dell'Universo, e di certo ci diamo troppa importanza e crediamo di essere grandi a priori. Forse è vero che lo siamo, grandi. Il problema è che non ci comportiamo come tali, siamo contraddittori, e basta guardare il mondo per com'era e per com'è diventato mano a mano. C'è il segno di un uomo che ha civilizzato, che riflette, che pensa, che ama; e vi si sovrappone quello di un uomo senza scrupoli, arrivista, indifferente al bisogno degli altri uomini, individualista... Ad ogni modo, quale che sia la grandezza dell'uomo, il tuo pensiero è chiarissimo (in realtà lo era anche prima, ma ci siamo divertiti a fare dibattito!:), e ringrazio te per il tuo prezioso contributo in questa bella discussione. Che è dialogo, che è alla base dei rapporti umani sani. :)

1 febbraio 2007 alle ore 11:38:00 GMT+2  
Anonymous Anonimo ha detto...

siamo un battito di ciglia. e' vero. ma questo non vuol dire che dobbiamo rinunciare a vivere.
e se si Vive sino in fondo allora e' normale che le sofferenze diventino Sofferenze e i sogni diventino Sogni. e io in questo non ci vedo mancanza di umilta' ma solo l'essere Uomo fino in fondo.

comunque la conversazione e' davvero interessante. grazie adynaton per averla stimolata!

1 febbraio 2007 alle ore 11:51:00 GMT+2  
Blogger Adynaton86 ha detto...

@henry: grazie anche a te piuttosto, per aver partecipato al dibattito. Il mio unico merito è stato quello di toccare un argomento "pruriginoso" che coinvolge tante opinioni e che comporta un'infinità di risposte variabili... e ribadisco che questo è il bello di una conversazione! Anche se credo che sarebbe stato ancor più stimolante se fossimo stati tutti intorno ad un tavolo a parlarne; chissà, avremmo finito per litigare? :)

1 febbraio 2007 alle ore 11:59:00 GMT+2  
Anonymous Anonimo ha detto...

adynaton: beh io ogni tanto a milano ci capito...

1 febbraio 2007 alle ore 21:44:00 GMT+2  
Blogger Adynaton86 ha detto...

@henry: e allora quando capiti, fai un fischio!! ;)

2 febbraio 2007 alle ore 01:44:00 GMT+2  
Blogger lucia ha detto...

...e mentre il tempo e lo spazio spezzano i sogni dell'Umanità, un animo sensibile come il tuo si pone la domanda fatale alla quale nessuno può dare risposta. Ed è per questo motivo che mi trovi senza parole da aggiungere. Senza soluzioni. Senza speranza alcuna. Questo mondo ce l'hanno creato così e, nonostante tutto, è qui che dobbiamo vivere.

Un abbraccio
Sei davvero bravo

3 febbraio 2007 alle ore 13:14:00 GMT+2  
Blogger Adynaton86 ha detto...

@lucia: credo che l'importante sia cercare di viverlo al meglio e di trarre il massimo della felicità da questa condizione, visto che, come dici tu, è qui che dobbiamo vivere; giacché altrove è impossibile. Ti ringrazio dei complimenti, detti da te sono motivo di grande orgoglio! :)

3 febbraio 2007 alle ore 14:37:00 GMT+2  

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