mercoledì 21 febbraio 2007

Per me che ho gettato via le maschere

Non è una farsa, non è una burla, né una bizzarra messinscena. Non sono di plastica, o ferro, o cera le maschere vere. Quelle quotidiane. Sono fatte di occhi vivi, pelle vibrante, denti che spuntano a forza in un sorriso di circostanza, celando spudoratamente un accurato disappunto, cesellato a regola d'arte in fondo ai pensieri, ma che troppe volte non può tornare a galla.
E' curioso il mio rapporto con le maschere. Dovrebbero evocare la spensieratezza del Carnevale, lo scherzo, il lazzo più divertente. Invece quando le vedo, le tocco, mi si smuove dentro qualcosa di amaro che appartiene al passato.
Il mio stesso viso è stato mille maschere tutte insieme. Ognuno vi poneva l'espressione che voleva vedere. In questo senso, la mia capacità di accontentare gli altri è sempre stata magistrale. Costantemente accomodante, mai in conflitto con l'interlocutore; guardami, sembravo dire, puoi cercare nei miei occhi, nelle mie labbra, le conferme di cui hai tanto bisogno. Vedi il fuoco nel mio sguardo perché hai bisogno di alimentare la tua rabbia. Cerchi la tristezza perché hai bisogno di compassione. Trovi la malizia perché hai bisogno di giustificare le tue voglie.
Finché, un bel giorno, ho pensato che era il caso di riporre questo gioco macabro e clandestino in fondo al bidone dei rifiuti. Sputando su me stesso, sull'assenza del desiderio di essere me stesso senza dover necessariamente trovarmi in accordo con chi si rivolgeva a me. Finalmente capace di dire "sì" o "no" quando lo volevo io. Tutti coloro che si erano abituati a scorgere in me solo quello che avevano necessità di vedere sono rimasti esterrefatti. Improvvisamente non ero più io, e invece ero proprio io. Non la maschera. Io, non quell'espressione contrita cui mi forzavo per sembrare una persona migliore, la persona che tutti volevano vedere e che tutti credevano di conoscere. Ho spezzato la catena, ho rotto l'incantesimo. Ho spalancato le ali e sono volato via dalla gabbia che mi avevano costruito intorno.
Com'è difficile essere se stessi. E quant'è duro riuscire a riguadagnare la propria, vera personalità, sopita sotto menzogne sedimentarie, addormentata dalla paura del pregiudizio, schiacciata sotto il peso del buoncostume. Ma ce l'ho fatta e ne vado orgoglioso. Orgoglioso di poter dire vaffanculo a chi è rimasto deluso, a chi ha detto che ero cambiato (in peggio).
Oggi, per un bizzarro scherzo del destino, riprendo in mano le maschere e finisco sempre per divertirmi. Indossarle mi fa pensare che, finalmente, sto coprendo la mia autenticità. E mi comporto in modo grottesco, mi lascio guidare da lei e faccio ciò che vuole; ne seguo il dinamismo; scelgo con una cura, a metà tra il sollazzo e la meticolosità, il movimento più adatto ad assecondarne il ruolo. Poi, la sfilo lentamente. Inspiro, libero, la tengo tra le mani per sentirne la consistenza di quella cartapesta che ha il profumo dei vecchi bauli. E mi rendo conto che è stato un gioco. E che il mio volto, una volta scoperto, continua a parlare di me.

3 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

conoscere ad essere se stessi e' credo una delle cose piu' difficili. per me e' stato cosi'.
guardarsi nello specchio e vedersi per come si e'.
e' una grande conquista.
ed e' l'unico modo che abbiamo per volerci bene.

21 febbraio 2007 alle ore 09:29:00 GMT+2  
Blogger Laura ha detto...

si, è difficile, come è ancor + difficile non riuscire a capire x' gli altri non ti accettano x come sei...l'ideale sarebbe fregarsene ed essere orgogliosi di dire "che siamo autentici"... non ho mai amato molto le maschere, forse x' x troppi è carnevale tutto l'anno.

Un abbraccio

21 febbraio 2007 alle ore 11:28:00 GMT+2  
Blogger Adynaton86 ha detto...

@henry: innegabile. La difficoltà però è sempre nel saper dire che il riflesso nello specchio corrisponde esattamente a ciò che siamo... una volta superato quest'ostacolo, il gioco.. è fatto.

@laura: gli altri non accettano ciò che considerano diverso da ciò che è familiare a loro. Queste persone si chiamano "grette". Infischiatene, del loro giudizio, "guarda e passa"!

22 febbraio 2007 alle ore 12:25:00 GMT+2  

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