Garbuglio
Gorgoglia di grigia pioggia, sul greto d'un caruggio s'aggrappa un rigagnolo di gelide giunture, fatte di giovinezza e disamore, di antiche musiche che riecheggiano attimi di placida serenità; duole il ginocchio, duole il dito, il petto col respiro. Il sonno s'è involato, giunto alle soglie d'un mattino nuovo che sembra non cambiare - che mattino era, se piangeva ancora il cielo ed era buio? Guarire è un mestiere, ammalarsi un diritto di ogni creatura che soggiace alla legge del pensiero. Ché pensare troppo strappa gli sguardi dal vero, e distoglie dal discorso principale, dalle cui proposizioni collegate scaturisce l'unica, vera opportunità di slegarsene per sempre. Esige, la vita, che si rifletta, e ancora rifletto in uno specchio spaurito che non restituisce che incertezze. Non vorrei, ma ho un brivido rapido e intenso d'insana lucidità - abbandono. Scrivere, scacciare, terminare, finire, chiudere ciò che non è chiuso ma che voglio che sia. Non posso eludere i colori familiari e le luci rossastre dischiuse nella tetra assenza. Perché alle cinque e poco più che un quarto, tra le pieghe di una notte che smette e un giorno che nasce, ogni cosa, ogni attimo assume le fragili sfumature di una foglia cadente? Flebili raggi sospirano, artificiali, da minuscole fessure - ed essi né calore, né odore propagheranno - e vorrei che fossero vere stelle.
6 Commenti:
Ma chhe ritmo! Complimenti! :o
E le incertezze... mai se ne andranno?
Hugs & Kisses :)
bimbo: grazie, ma le incertezze... quelle credo resteranno sempre. Beso
e se le incertezze fossero un tratto del carattere. un'irrequietezza dell'anima che ti rendono diverso dalla folla?
regalo forse difficile da aprire ma pur sempre regalo...
la prosa é dolce, come sempre.
Henry: se è un regalo, è davvero difficile da gestire... ma confido nel Tempo. Ti abbraccio
Ma guarda questo qua, che va al Borgo invece di aggiornare il blog...
Casualmente naufragato sul tuo blog, sono rimasto magnetizzato dalla prosa ruvida e toccante di questo pezzo. Grazie! Davide
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