martedì 28 luglio 2009

Due Cuori e Un... Attico.


Si sta forse per compiere un passo storico, perché in fondo anche la sua è una storia, e in quanto tale registra eventi di portata che, in sé, sono epocali. A segnare lo stacco è, stavolta, la casa. Con il gradito sponsor della famiglia, si fanno sempre più insistenti le voci che vogliono Adynaton futuro residente nella città di Milano a tutti gli effetti. Secondo le ultime indiscrezioni, Adynaton sembra essere piuttosto contento della questione, soprattutto perché coerente con gli ultimi quattro anni della sua vita, trascorsi più nella città meneghina che non presso i natii adriatici lidi. E sono stati quattro anni complessivamente felici, ricchi, anzi grondanti soddisfazioni, talvolta accompagnati da qualche lacrima, questo è vero, ma che di tanto in tanto va concessa anche ai cuori più duri e impenetrabili. 
La casa nuova inaugurerà un nuovo ciclo di vita. Una nuova era nella ventitreenne storia di Adynaton. Ma la ricerca di un tetto accogliente si fa sempre più ardua, perché lui è un romantico. E sogna una casa come l'ha sempre immaginata. Una casa per sé, ma anche per gli altri. Una casa dove gli amici si sentano sempre i benvenuti, con un divano letto sempre pronto ad abbracciare qualche ramingo pellegrino che abbia perso l'ultimo tram per tornare indietro.
Adynaton si accontenta di un bilocale. Il che potrebbe sembrare pretenzioso, ma dopotutto un bilocale è per sempre. Un soggiorno luminoso e finestrato, una cucina finalmente abitabile dopo essersi districato negli ultimi tempi tra tavolini pieghevoli rossi e un frigorifero troppo ingombrante. Le pareti di colori tenui, forse un giallo chiaro, bugnato, che richiami atmosfere tardo primaverili. Luci essenziali, un tocco vagamente etnico nei mobili. Ma, soprattutto, la terrazza. Perché quella è la sua vera aspirazione. Adynaton a volte si sente come la signora Dalloway, ma senza il luogo a disposizione. Solo che lui darebbe grandi feste non per coprire il silenzio, ma per provocare un bacchico chiasso, allegri baccanali notturni dove tutti si sentano, almeno per una notte, felici. Si vive sempre un po' nel mito di quella incredibile terrazza che è teatro della festa ne "Le fate ignoranti", un film che ha segnato la mia esistenza e messo a dura prova le mie ghiandole lacrimali. E poi, una terrazza torna sempre utile per una colazione ai primi caldi di aprile, o per una romantica cena a lume di candela. 
Adynaton sogna la casa dei suoi sogni. Ma sogna di poterla condividere, un giorno, con colui che lo renderà felice, perché lui alla felicità ci crede, come crede alla monogamia: cosa che lo rende un essere piuttosto bizzarro agli occhi di molti. Ma quando chiude gli occhi e per un attimo pensa alla sua terrazza, alle tende che appenderà alle finestre, alle pareti del salotto e ai colori rilassanti che lo tingeranno, immagina anche ad una forma ancora impressa accanto a lui, sullo stesso materasso. Una forma che ancora profuma di notte, l'immagina velatamente odorosa di tabacco fresco e di pineta. E mentre si stropiccia gli occhi per cercare di riprendere un contatto comprensibile col mondo, di prima mattina, vorrebbe vedere una figura nuda che si aggira barcollante nel corridoio che cerca di raggiungere la cucina per preparare un caffè. Un passo dopo l'altro, la figura poggia i suoi piedi (che sembrano almeno un quarantaquattro) sul pavimento, che potrebbe essere cotto fiorentino o parquet, in maniera vagamente sgraziata. Ma si sa che il mattino è mattino per tutti. E mentre le prime luci filtrano dalle veneziane, sempre che di veneziane si debba trattare, Adynaton capirà di essersi svegliato in un giorno qualunque, un qualunque giorno felice, e capirà di essere grato al sole e alla luna, agli amici, alla famiglia, alle pareti di quella stanza ancora pregna di essenze sensuali. 
E così, dopo ogni visita, dopo ogni agente immobiliare, dopo ogni mano stretta indossando rigorosamente i pantaloni lunghi e la camicia per acquisire credibilità anche con i trenta e passa gradi di luglio, Adynaton valuta, soppesa, domanda, chiede se non è troppo indiscreto fare delle fotografie dell'appartamento, si affaccia al balcone per sentire se è troppo rumoroso, gira su se stesso nel corridoio che in gergo tecnico si chiama "disimpegno" per sentire lo spazio, verifica che la doppia esposizione garantisca effettivamente quella gradevole corrente d'aria che l'estate milanese nega barbaramente agli abitanti della città. 
Domani Adynaton visiterà un altro appartamento. 
Ma cercherà anche di capire definitivamente se la sgraziata figura mattutina che si aggirava nel corridoio corrisponda, in effetti, ad un viso già noto.
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