Surprise

Accade che, all'altezza più irrisoria che si possa immaginare, alla portata perfino di un bambino, ho scorto una pesca ancora più bella. Non uguale alle altre, no, affatto: era di gran lunga la più attraente, del colore roseo d'un tramonto primaverile, turgida di succo zuccherino. Immaginate lo stupore di colui che stava per arrendersi, e tutto d'un tratto trova uno splendore del genere, all'altezza ideale per essere colto, all'aspetto perfettamente maturo. Così l'ho afferrato prima con timidezza, l'ho staccato dal suo ramo tenendolo tra le mani, rigirandolo tra le mie dita, provando al tatto la sensazione vellutata della buccia vespertina. L'ho portato alla bocca e l'ho addentato, e ho provato l'essenza del piacere e di un dolce peccato di gola. Ho scoperto come quella pesca sapesse di buono, del suo sapore di luglio e d'agosto, sentendo sulla lingua il calore di una terra fertile ed accogliente, morso dopo morso, con crescente voluttà, fino a desiderarne sempre di più. Sono rimasto ebbro di quel sapore che ha il fresco del mattino e la piacevole sensazione di una notte stellata. E mi sono domandato come avessi mai potuto a non accorgermi che quel frutto delizioso stava solo aspettando di incontrare le mie labbra...